Festività patronali di Ostuni

06/08/2016 – 17:32:39

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Festività patronali di Ostuni - Foto 1

La festa patronale

Ogni anno, il 25, 26 e 27 agosto, si ripropongono, secondo tradizione (mai interrotta sin dal 1793), i festeggiamenti e una solenne processione con “cavalcata” a seguito, in onore di Sant’Oronzo, protettore della Città Bianca.

Nel 1657, infatti, Ostuni e altre località della Terra d’Otranto furono risparmiate dalla peste grazie a un miracolo che la credenza popolare attribuisce al Santo. Di qui nasce la devozione degli ostunesi, che si recano in processione al santuario eretto in suo onore sui costoni del Monte Morrone. La statua in argento del Santo, prelevata dalla Cattedrale, è scortata proprio dai “valicali” a cavallo. La divisa dei cavalieri richiama il periodo napoleonico (casacca rossa, pantaloni bianchi, cappello cilindrico con pennacchio bianco-rosso) mentre il cavallo, oltre ai vari finimenti lavorati, è coperto da una gualdrappa rossa trinata di bianco e ricamata. Un trio di flauto, tamburo e cassa suona per le strade della città il tradizionale motivo della “Cavalcata” durante la novena che precede la festa patronale e la processione che, partendo dalla Cattedrale, interessa il centro storico, i rioni ottocenteschi e la nuova zona commerciale. I partecipanti allo storico appuntamento trasmettono di padre in figlio l’onore di far parte del drappello di scorta al Santo. Molti fedeli rientrano in Ostuni da altre città d’Italia o dall’estero, per tale appuntamento, rinnovando ogni anno un atto di fede e insieme d’amore per la propria terra.

La cavalcata

La cavalcata di sant’Oronzo é la festa più attesa e importante di Ostuni. Un corteo di cavalli e cavalieri bardati a festa, sfila per le vie cittadine a scorta del protettore della città. Le origini della cavalcata erano incerte fino a pochi anni addietro. Si possono oggi far risalire, alla seconda metà del diciassettesimo secolo, precisamente al 1657. La peste invase il Salento risparmiando Ostuni ed altre città di Terra d’Otranto. Il miracolo venne attribuito a sant’Oronzo ed ogni 26 agosto gli ostunesi vollero recarsi in processione al santuario eretto in suo onore. Lì prelevavano la statua in cartapesta raffigurante il santo, e la portavano a spalla nella piazza del paese. Spesso gli addobbi sono tramandati di generazione in generazione così come i gesti e i piccoli indispensabili segreti.

Uno degli addobbi più importanti, é costituito dal bellissimo mantello arabescato con centinaia di paillettes applicate una ad una con certosina pazienza. Anche il cavaliere indossa l’uniforme costituita dal chepì e da una casacca che ricordano i motivi del mantello del cavallo e da pantaloni bianchi. La vestizione del cavaliere é anch’essa molto accurata e ricorda per certi aspetti, quella del torero. Gli ultimi dettagli, i guanti bianchi, il frustino ed ecco cavallo e cavaliere diventare un’unica entità. Il nostro cavaliere con la sua cavalcatura, si avvia come tutti gli altri, verso il punto di incontro, piazza Cattedrale, inerpicandosi lungo l’omonima salita.

 

Una volta arrivati in piazza cattedrale, cavalli e cavalieri attendono che la statua di sant’Oronzo venga portata fuori dalla chiesa madre. La statua è preceduta dal vescovo con i prelati della diocesi, e dalle autorità. Apre il corteo un trio di suonatori che esegue un antico ritornello accompagnandosi con piffero e tamburi. In coda alla statua, la tradizionale banda precede i cavalieri che spesso eseguono piroette, così come anticamente si era soliti far avanzare i cavalli, esibendosi in suggestive coreografie. La Cavalcata di sant’Oronzo, nell’attuale configurazione, ebbe inizio nel 1803. In realtà la giusta definizione è ‘Cavalcata dei Devoti’. Questa intitolazione si deve ad un gruppo di cittadini che il 26 agosto di quell’anno, si recarono presso la casa del notaio Giuseppe Gaetano Tanzarella. Il simulacro lascia la bellissima Cattedrale costruita nella seconda metà del XV° secolo, a spese e con la manodopera degli ostunesi. La statua in argento ha preso il posto nel tempo, di quella in cartapesta. E’ dunque legittimo sostenere che la Cavalcata dei Devoti, ormai nota come cavalcata di sant’Oronzo, sia arrivata sino ai giorni nostri, con inevitabili modifiche ma inalterata nella sostanza, proprio a partire dall’inizio del secolo scorso. A conclusione della Cavalcata, d’obbligo in piazza della Libertà l’esecuzione di brani operistici e sinfonici, nella cornice delle immancabili luminarie. Concludono l’intensa giornata i fuochi artificiali.

Potrete visionare uno splendido reportage fotografico sul sito di Salvatore Valente.

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